mercoledì 29 febbraio 2012

2002: la prima volta a Cuba (4)




Giovedì 3 gennaio 2002 – quarto giorno





Andiamo al Palermo

Si decide di cambiare alloggio. Andremo in una casa particular. Intanto, a colazione, una troia inglese ci espelle dal nostro tavolo perché era il più bello. Nadia si incazza , ma si calma con qualche fetta di waiawa.

Il tacsista, che è buono, ci accompagna da una sua amica (Mercedes) che ha camere da affittare nel rione Vedado E’ una spaziosa e antica dimora stile coloniale con giardinetto e terrazzino. Per il momento, però, è occupata e così ci sistemeremo in un condominio povero.

Sistemati, ci rechiamo all’albergo Avana Libre e qui incontriamo Pino con la sua esile e deliziosa Jolaise. In effetti è alta uno e ottanta. A pranzo mangiamo in un Palador (ristoranti privati). Che ci consiglia un maricon amico di Pino
All’entrata notiamo che sotto il palador c’e un ambulatorio di gastroenterologia.
La casa-ristorante è arredata in stile coloniale con un sacco di armi appese alle pareti. Fuori, nel terrazzino , una gabbia di pappagalli.Mangiamo gamberoni (camarones) pollo e riso.

La casa che abbiamo affittato si trova nella calle C. Tutto sommato, è comoda. Io e Nadia dormiamo in un lettino piccolo, piccolo. Come sempre. Pino e Jolaise in un letto grande grande. Sul tardi vengono a trovarci Prondo e Peppone., i due perugini
La sera si decide di iniziare a vivere la Havana viziosa e truculenta. Infatti ceniamo in un piccolo e malfamato ristorantino di fronte al malfamato locale chiamato “Palermo”.

La locanda è piccola ed è frequentata da malfamati e loschi individui. Ad un certo punto entra un tipo malfamato, alto e massiccio tutto vestito di bianco. Parla a voce alta. Lo conoscono tutti. Tranne noi, ovviamente. Dice di essere l’autista della pubblicità del Rum Havana Club. In pratica fa il buffone.

Dietro di noi c’è un piccolo acquario dove c’è un pesciolino che morde tutti gli altri pesciolini.
Entriamo al Palermo con 5 dollari a testa. Ci sono decine e decine di troie cubane e decine e decine di uomini indoeuropei che le toccano. E tutti si toccano. Pippo viene toccato 4 o 5 volte e si difende rifugiandosi dietro Nadia. Qui funziona così: le donne abbordano, gli uomini no. Non serve.



martedì 28 febbraio 2012

Quattro giorni al gelo di Mosca (1)

1. Origine del viaggio
Molcin lavora a Mosca e fin dal suo primo giorno in Russia (oltre due anni fa), mi ha sempre invitato per una breve vacanza nella ex terra degli zar e dei comunisti. Ma ad una condizione : “vieni quando fa freddo, è più bello!” E dopo 3 anni di cordiali ed affettuosi rifiuti, decido di cedere e di raggiungerlo, proprio nella settimana in cui il Padre Eterno ha fatto le prove per la prossima glaciazione: 28 gradi sotto zero! . “l'ideale” , esultava Molcin!
Insomma, il caro Molcin mi ha convinto e sono partito ben fornito di ogni dispositivo per contrastare la (altrimenti) sicura morte per ibernazione assistita.



2 - La metrò di Mosca

2a - introduzione
Come tutti sapete, la (o il) metrò di Mosca è la (o il) metrò più bella del mondo. E tra le più efficienti. Molte linee, molti incroci, puntualità svizzera e alta frequenza. Ogni stazione è un museo che celebra questa o quella peculiarità del mondo russo o della storia sovietica. Un vero piacere andare per metrò dove, oltretutto, si è al riparo dal gelo degli immensi boulevard.


2b - pericoli
Ma non è tutta neve quella che brilla . Ci sono pure i lati negativi. Primo: i moscoviti hanno fretta e per fare prima ammuttano (spingono) per passarti davanti per le scale mobili, all'ingresso nei corridoi e ovunque. E si infilano con prepotenza tra te ed il tuo vicino. Secondo: le porte per entrare ed uscire dall'area metrò sono possenti sesami e pesano alcune tonnellate , ma oscillano avanti e ndrè , agili come quelle dei saloon. Mietendo vittime distratte.


2.c - speaker
In prossimità di ogni fermata l'altoparlante diffonde l'annuncio dello speaker che dice “ashtaroshna” (attenzione) e poi parole incomprensibili che indicano il nome della stazione successiva. Ebbene. Se il treno si allontana dal centro lo speaker è una donna, se invece il treno viaggia in direzione opposta (ossia verso il centro della città) lo speaker è un uomo. Geniale!
Ma geniale o no, senza l'aiuto di Molcin e signora (mrs Quillery) , io sarei ancora nei sotterranei di Mosca in attesa di udire (e comprendere) il nome della mia fermata


martedì 14 febbraio 2012

2001 la prima volta a Cuba (3)

mercoledì 3 gennio 2002 - terzo giorno





i comunisti sono buoni
Già la lira è un lontano ricordo d’infanzia . L’euro ci è penetrato nelle ossa. Dopo una ricca colazione in camera, scendiamo nella hall alle 11 circa. Pino dorme ancora, dei baci perugina nessuna notizia. Nadia legge i quotidiani spagnoli nella vana ricerca di un lavoro (e qui lo cerca!).



Pippo scopre un curioso tipo di impiego il cobrador de frack…… E’ un tizio che, indossando il frac, si fa pagare dai creditori per scassare la minchia ai debitori affinché saldino il debito e li assicuta1 strade strade finché non pagano. Una specie di agente per recupero crediti vestito da carnevale. Pensiamo che a Palermo farebbe una brutta fine divenendo egli stesso, in breve tempo, da assicutatore ad assicutato.





Pino scende e crea subito un caso. Il primo nell’era dell’Euro: vuole fare colazione alle dodici. Gli concedono solo un caffè e pure lo deve pagare. Finalmente arrivano i baci perugina. Peppone zoppica. Gli si è incarnita un’unghia e lui soffre. Lo hanno medicato all’infermeria. Si parte.


Il viaggio è faticoso. Lo sapevamo, ma l’equipaggio fa di tutto per renderlo insopportabile. Le hostess sono brutte, gli steward pure (dice Nadia). Pippo dice che ormai le bone non fanno più le hostess, ma i calendari. E così le brutte fanno le hostess.L’arrivo all’Avana è in perfetto orario (21.55 locali). Dogana veloce (…… i comunisti sono buoni…); lentissimo il ritiro bagagli (ma non vogliono lavorare).


Ora si cerca un taxi per 5 persone. Io e Nadia scendiamo al Mirador (ottimo, lussuoso e costoso hotel ). Siamo d’accordo per vederci più tardi per trascorrere la prima intensa notte cubana. Ma a mezzanotte non si vede nessuno. Pippo e Nadia decidono di avventurarsi in città.Prendiamo un taxi. Il tassista si chiama Gabriel , sposato, due figli. Ci mostra le foto di tutta la famiglia. Poi ci lascia al centro dell’Havana Veja (vecchia) in un locale “abierto 24 horas”





Subito ci abbordano, nell’ordine:


* Pippo, (si proprio Pippo si chiama) il pianista del “Cafè de Paris”, (dice lui);


* Bitto, alias Bob Marley, che fa la parte dello spacciatore rasta


* Tony, che fa la parte di Harry Belafonte16 giovane





Vogliono venderci di tutto. Noi rinviamo le contrattazioni al giorno dopo.Prendiamo un sandwich, poi Gabriel il buono (che ci ha aspettato latiato 2) ci riporta in HotelLa notte Pippo si fissa con un rumore. E scassa la mischia a tutti. Il rumore resta ,ma la nottata è stata vissuta intensamente. Non è quello che volevamo?

1 - assicuta : insegue
2 - latiati : discosti


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domenica 5 febbraio 2012

2002: la prima volta a Cuba (2)


Martedì 1 gennaio 2002 – secondo giorno

Overbooking

Ci alziamo di buon’ora. Io alle 8.15, Nadia alle 9.10. Splende il sole, ma splende anche il freddo. La mamma di Asia è già in piedi, tracchiggia senza uno scopo e fuma senza mostrare di gustare la sigaretta. Insomma, dà l’idea di una che fa cose senza prìo. Mi vede e dice cose bulgare incomprensibili, ma, credo, anche prive di senso

Abbiamo dormito poco e male: in due in un lettino per bambini corti. La lavata in bagno è difficile. In bagno c’è tutto tranne quello che serve per lavarsi. Il bidet, per esempio, è usato come portavaso, il sapone non c’è ……anzi c’è, ma costituisce una scultura postmoderna di abbellimento. E non si usa. Poi fiori, quadretti e specchi stile modernariato bianco-liberty. Insomma in perfetto stile ”Sant’Agostino” di Lusso.

All’aeroporto ce la prendiamo con molta calma (sono solo le 10 e l’aereo parte alle 12.30).
Con troppa calma!Risultato: overbooking. Cioè: abbiamo il biglietto, ma sull’aereo non ci sono più i nostri posti.
Al check-in, prima dell’overbooking, ci intervista RAI 3. Anzi, più che un’intervista è un interrogatorio sull’Euro. Già quest’Euro ci ha rotto il cazzo.

Al nostro turno ci informano dell’intoppo. Noi mostriamo una moderata incazzatura. Si forma un piccolo gruppetto di incazzati. Tra essi spicca,per insulti e focosità, un fimminaro foggiano in partenza per Cuba dove andrà a trovare un’adolescente di 18 anni, di un anno più grande di sua figlia. Con noi anche un grosso spoletino, che gestisce un ristorante e ama i vini siciliani oltre che le troie cubane. Assieme a lui c’è ternano brizzolato con ”T” agrigendina. Gestisce il pub “Dr Jekill and Mr Hide”. Ha i denti fottuti e Nadia dice che tira.

Il gruppo dei cinque si muove oramai affiatato e compatto. Ci alleiamo.
Il nemico è una signorina dell’Iberia che ci dà le notizie più amare del tipo “oggi non potete partire, vediamo domani” oppure “non ci posso fare niente, è spiacevole , ma è legale
Il foggiano per non sbranarsela cambia discorso e dice che odia i baresi.

I perugini sono molto legati. Quello che fa uno lo fa pure l’altro. Nadia dice che non è il momento di smettere di fumare e si compra le sigarette. Comunque finisce che ci imbarcano su un volo Alitalia per Madrid.
Dopo un volo sopra e dentro le nuvole atterriamo a Madrid Barajas e qui inizia un’altra battaglia contro le Giubbe Rosse dell’Iberia che secondo la tipa di Roma dovrebbe:
a) darci i biglietti per l’Habana
b) condurci in Hotel
c) rimborsarci 150 Euro.

Noi non ci crediamo assolutamente.
Il foggiano, invece, fiuta l’affare e dice che dobbiamo imbrogliare dicendo che ci devono non 150, ma ben 300 euro.
Pippo, di fronte a tanta disonestà, si dimette da interprete del gruppo. Nadia, invece è felice. Finalmente uno che imbroglia! E’ il suo uomo ideale. Non ne può più di finanzieri onesti, regionali ligi ed erboristi sani

Ma gli iberici sono più fradici di noi ed alla perfida richiesta del foggiano rispondono con una provocante riduzione dell’offerta: 81 Euro.
Qui ci vorrebbe un negoziatore all’altezza di Henry Kissinger. Ma alla fine tutto rientra nei binari della normalità e ci distribuiscono 150 euro ciascuno. Nadia non è ancora contenta, non ha visto alcun illecito vantaggio in questa trattativa e , in zona Cesarini, cerca di tirare qualcosa sul cambio. La bulgara dice che 150 Euro sono 144 Dollari, l’Iberia dice che non è vero e che per loro 150 Euro sono esattamente 139 Dollari, non un centesimo di più. Pippo, ha uno scatto geniale e dice che 150 euro sono 150 euro.

Poi offre a Nadia i 5 dollari di differenza, Nadia rifiuta offesa. Lei non combatte per i soldi ma per difendere i diritti internazionali del viaggiatore.
Alla fine vince l’Iberia. Ma tutti fanno i complimenti a Nadia per la grinta ed il coraggio mostrato
Con un piccolo Bus ci traducono in hotel. Con noi altri tre norvegesi in viaggio per Cuba, ovebukati come noi. Questo fatto conferma che il problema non era sul Roma-Madrid, ma sul Madrid-Habana. E comunque l’Iberia ha fregato mezza Europa. Non solo, scopriremo in seguito che il rimborso per overbooking transoceanico era di 300 euro e non 150!
Stanza 152. Ceniamo alle 21.00 a spese, ovviamente, dell’Iberia.

Il gruppetto è titubante; Pippo prende in pugno la situazione e porta tutti (in bus e metro) a Puerta del Sol in pieno centro. E tutti sono eccitati. Per Nadia è la prima volta in metrò. Forse pure per Pino (il foggiano si chiama così).
Lo spoletino (di nome Peppone) è distrutto; vuole tornare perché è stanco e la sera prima ha fatto tardi.
Ci aggiriamo nelle vicinanze di Plaza Major. Entriamo in più di un bar per bere, ma ci càcciano perché ci vogliono anche fare mangiare. E’ una fissazione. Al 4° bar ci fanno bere ,e noi, per premiarli, mangiamo. E che lo devono dire loro se dobbiamo mangiare?
Il ritorno in hotel è avventuroso. Piove e non ci sono taxi. Così ci dividiamo in tre gruppetti. Sono le tre del mattino.
Buona Notte.

sabato 4 febbraio 2012

Che bella la neve!


La neve.....oooohhh.... che bella, ma quanta! I miei nonni, per quando nevicava molto, avevano avuto l'accortezza di fare una botola che dalla camera, al primo piano, portava alla cucina al piano terra.

Accendevano la cucina a legna, scaldavano l'ambiente, aprivano la porta dall'interno e trovandosi un muro di neve, cominciavano a spalare sino a che non si facevano un sentiero per uscire. Certo non avevano il gas, la corrente elettrica, avevano le candele, il macinino del caffè manuale e la caffettiera napoletana, il bracere nel letto e le racchette al muro e gli sci per muoversi. Insomma tutta un'altra vita....vivibile.

Oggi solo se hai la macchina per muoverti..... hai un bel problema:sono cazzi tuoi e di chi te l'ha fatta comprare (pseudo benessere). Beati i miei nonni...non potremmo tornare indietro e goderci la vita in modo più umano e meno artificiale?".

Oreste Mori, La Spezia

dal blog di Beppe Grillo