venerdì 15 giugno 2012

Palermo, dove per mangiare si paga poco (11)


11- Da Don Ciccio si mangia bene, via Malaspina 44

Dal 1960 ad oggi si sono susseguite tre generazioni nella gestione di questa conosciuta trattoria cittadina. Ha iniziato Don Ciccio (Francesco Paolo), quindi il figlio Erasmo, da tutti chiamato Orazio (chissàpperchè). Oggi è Calogero (nipote di Don Ciccio) a mantenere alto il prestigio della tradizione.

In origine la taverna di Don Ciccio ospitava i carrettieri, gli operai che lavoravano alla costruzione della ferrovia, nel periodo in cui la città si espandeva verso nord ( ?!) e quelli che lavoravano nella fabbrica Omsa di ferro e cemento (quella delle calze era un'altra). Omsa.. che ferro!

2 sale con 15 tavoli che ospitano fino a 70 clienti. Le sedie sono le nostre amate Thonut, tavoli con tovaglia rosso sugo con sopra una bel quadrato di carta bianca. Stile impeccabile, insomma.
Le pareti sono tempestate da una miriade di quadri e quadretti (foto 1). Se alzate lo sguardo potrete anche ammirare le opere della pittrice (e amica di Calogero) Sara Morghese che ha affrescato le volte delle due sale con soggetti del folklore siciliano.
Ma cosa si mangia da Don Cicco? Ecco il menu:
Antipasti: involtini di melanzane, polpette di sarde, sarde a beccafico,caponata alla siciliana,bruschette alla romana,insalata di musso,antipasti caldi.

Primi piatti: spagnetti bolognese, alla glass, capricciosa, carbonara. Caserecce alla Norma o alla Don Ciccio (con salsiccia e funghi) o con pesce spada. Risotto alla marinara. Linguine allo scoglio. Margherite all'anciova. Bucatini con sarde alla Palina.
Secondi piatti: bollito con patate al forno, trinca di maiale,costata di vitello, spiedini alla siciliana,salsiccia arrosto, arrosto panato alla palermitana, scaloppine al limone, spezzatino.
Secondi di pesce: fritto misto, orate o spigole alla griglia, gamberoni,calamari,baccalà fritto.
Come dolci tre sono le scelte: torta di mele, tiramisù o cassatelle.

Da bere all'ampia scelta si preferisce (di solito) il sempre amato vino sfuso da taverna. nella speranza di scoprire gusti e sorprese che gli imboittogliati non possono offrire. La conduzione è familiare. Ad aiutare Calogero ci sono spesso la madre e la moglie. Ma per lui anche i 4 storici impiegati sono parte della grande famiglia.

La clientela è variegata..."dalla A alla Z", tutte le categorie di questa città hanno avuto un rappresentante seduto a questi tavoli.
Volti noti di avventori dell'osteria sono stati gli attori del vicino teatro Lelio : Anna Oxa, Claudia Koll, Stefania Sandrelli e sua figlia Amanda.

Per un pranzo completo si spendono dai 10 ai 18 euro. Sono accettate tutte le carte.

Aperti tutti i giorni a pranzo dalle 12 alle 15, a cena solo il venerdì e sabato. Giorno di chiusura domenica.

Tel: 091\6814097
sito web: www.dadonciccio.it





2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci sono stata ieri sera....
mi spiace doverlo dire, ma ho mangiato veramente male...
le polpettine di sarde sembravano dei proiettili dum - dum e per giunta piene di spine, la caponata non aveva ni sapuri e mancu amuri, l'antipasto caldo sembrava fritto nell'olio di motore,la pasta alla glass di glass non aveva niente a parte il nome: un ammasso di patate bollite con qualche pezzetto di carne e un po' di sedano... la carbonara era un insieme di ingredienti sciarriati tra di loro... e così asciutta che per mandarla giù ti dovevi dare colpi nel petto
buono il prezzo... abbiamo pagato 22 € per due...
Antonella G.

Pippovinci ha detto...

vi sembrerà strano o oltre che discutibile, ma (mi pare) di non avere mai consigliato nessuno dei locali recensiti. Nel senso che non abbiamo mai indicato (o lo abbiamo fatto solo raramente) la qualità del cibo. Non era questo lo scopo della nostra indagine. Sono invece locali antichi e carateristici che a palermo hanno una "storia". S avessimo privilegiato la qualità non saremmo certo andati da "Fangò" che rimane comunque una esperienza unica!
La qualità oltretutto è molto variablie in funzione del cambio della gestione e/o del cuoco. E la sua percezione è soggettiva, anche se detto da Antonella Gullo equivale ad una sentenza giusta e definitiva senza appello.
Comunque mi dispiace. E fate bene comunque a segnlare questi aspetti. Così chi vuole "si quartìa"
Ciao!