mercoledì 22 maggio 2013

E' tutto dentro di me


A   E. M.

Mi appiattisco e mi svuoto: sono figlio bianco
E le parole scrivono sé stesse
Non c’é nulla di mio. Eppure é tutto dentro di me


Estratti da “Donne che corrono con i lupi”

“Lontano, a nord, i lupi raggiungevano le radure nel chiarore lunare, si impennavano e pregavano. Potevamo tutti abbeverarci alle stesse fonti,  senza paura.
Alle sedie e ai tavoli preferivo la terra, gli alberi e le caverne: là sentivo di potermi appoggiare alla guancia di Dio.
Ho avuto la fortuna di crescere nella Natura.
Dai fulmini seppi della subitaneità della morte e della evanescenza della vita. Una lupa uccise un suo cucciolo ferito a morte: insegnò la compassione dura, e la necessità di permettere alla morte di andare al morente. Dal solletico dei bruchi sul braccio imparai come la pelle può risvegliarsi e sentirsi viva. Arrampicandomi sulla cima degli alberi appresi come un giorno avrebbe potuto essere il sesso. Non ho dimenticato il canto di quei giorni: fame dell’anima, gioioso “ cante hondo”  canto profondo, parole che tornano a noi quando facciamo opera di rivendicazione con l’anima.
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I grandi poteri mettono alla prova gli esseri umani per appurare se hanno già imparato a riconoscere la grandezza dell’anima in tutte le sue mutevoli forme: lo sposalizio con il selvaggio, la speranza per il futuro, l’energia che scorre, la passione creativa,  la piuma sul respiro di Dio.
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Il sentiero, le tracce che seguiamo, il Sé innato e selvaggio. Ci lanciamo nella foresta e corriamo forte, gli occhi che scrutano il terreno, le orecchie tese, cercando…Lupi e donne sono affini per natura, curiosi di sapere, possiedono grande forza e resistenza, sensibilità acuta spirito giocoso, grande devozione. Bersagli di coloro che vogliono ripulire i territori selvaggi e i luoghi selvaggi della psiche, sanno per istinto ciò che deve vivere e ciò che deve morire, quando allontanarsi e quando restare. La Donna Selvaggia.

Lei alleata guida modello maestra, non vedremo con due soli occhi ma con gli occhi dell’intuito, che é occhiuto. Siamo notte stellata: fissiamo il mondo con migliaia di occhi. La natura selvaggia incita gli esseri umani a restare multilingue: spediti nei linguaggi dei sogni, della passione, della poesia. Ha  l’odore del buon fango umido, è la zampa posteriore della volpe. E’  la voce che dice: “da questa parte”, è  la mente che ci pensa: noi siamo i pensieri che Lei pensa. 

Vive nella lacrima e nell’oceano. E’ dal futuro e dall’inizio dei tempi. Sta nel presente, dietro di noi, e davanti a noi, per il cammino. E’ nel futuro e torna indietro nel tempo per trovarci ora. Vive nel luogo in cui si fa il linguaggio. Vive di poesia e percussione e canto, di quarti di tono e note di passaggio, in una cantata, nei blues. E’ l’attimo che precede l’ispirazione che ci abbaglia. Vive in un luogo lontano che si apre un varco verso il nostro mondo.

E la voce selvaggia dentro, nel profondo,  sussurra
Resta qui abbastanza a lungo....resta qui abbastanza a lungo da far rinascere la speranza, da far cadere il tuo gelo terminale, da abbandonare le mezze verità e avanzare lentamente e  intagliare e conquistare un passaggio, resta abbastanza a lungo per diventare forte, tentare la prova che funzionerà, resta qui abbastanza a lungo da arrivare alla finitura, non importa in quanto tempo e con quale stile………..”

Dopo la guerra, quello che ci resta da vivere non può essere che dolce, molto dolce

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