giovedì 21 novembre 2013

La Violenza del Papero Muto. Parte I


La logica ti può portare da A a B. L'immaginazione invece ti può portare ovunque. Albert Einstein

Meno le persone vogliono essere al lavoro, tanto più vogliono stare su Facebook”.

Da qualche tempo appaiono nuovi lemmi nel lessico della lingua italiana: è la rivoluzione dell’avvento del Libro delle Facce e del suo successo planetario.
Se, per dirla con il Signor Zipf, “Il linguaggio si evolve secondo due direttrici: minimo sforzo, massima chiarezza” non stupiscono dunque i prestiti linguistici dalla lingua per antonomasia più breve e chiara: l’inglese
Ed ecco comparire “taggare:identificare un oggetto (foto, notizia, link)  con delle etichette (tag)  Grazie ad internet gli utenti diventano “partecipi” della rete; taggare una persona su Fb: testimoniare la presenza di un utente, scelto tra i propri contatti, in una foto o in un link.
Essere partecipi, prendere parte, testimoniare la propria presenza.

E ancora: “Postare” 
Dai significati tradizionali – ed accertati da lunga pezza nella lingua italiana - quali
1.disporre, collocare al suo posto; detto di soldati, artiglierie etc.  
2.  prendere posto in un luogo
3. appostarsi, nascondersi per ascoltare, osservare, spiare.
nella comunicazione in rete “postare” (ingl. post, ‘posta’) diviene: messaggio inviato a un gruppo di discussione in Internet.
Per dirla con Davide Licordari  (Social Media Strategist)

Gli alchimisti del terzo millennio non vogliono più trasformare il fango in oro, bensì cercano di fare il più alto numero di “LIKE” sui propri post di Fb (o di ReTwet su Twitter). Migliorare la propria pagina Fb è possibile: occorre sensibilità nei confronti delle persone. Indicazioni statistiche per una strategia Fb ottimizzata:
- Pubblicate immagini: ottengono il 53% in più di “likes, il 104% in più di commenti e l’84% in di click-through rispetto agli altri contenuti pubblicati su Fb.
La foto deve avere un senso, essere d’impatto, ottimizzata per Fb (come grandezza) e di qualità medio-alta; l’Edge Rank che regola la visibilità su Fb considera le foto molto meglio rispetto al resto.
- Post brevi: i post con meno di 80 caratteri di testo generano il 66% in più di engagement. La gente non ha voglia di leggere, tanto meno su Fb: cerca la frase semplice, diretta, a effetto.
- Pubblicate nel primo pomeriggio: il picco di attività su Fb arriva alle 15.
- Mercoledì: il giorno in cui gli utenti Fb sono più attivi. Voglia di evasione da metà settimana?
Postate poco/ postate bene: meglio pubblicare 1 volta al giorno, ma che sia un contenuto davvero interessante, che dia un valore aggiunto agli utenti”.

E inoltre, post da completare, in cui vengano poste delle domande…in una parola, aperti….
Pertanto “Essere partecipi, prendere parte, testimoniare la propria presenza” Ci sono, quindi “sono”.
E inoltre “collocare al suo posto, prendere posto in un luogo, appostarsi, nascondersi per ascoltare, osservare, spiare. Inviare un messaggio ad un gruppo”
E ancora “Fare il più alto numero di “LIKE” sui propri post di Fb”
Bell’esempio di creazione innovazione della comunicazione.

L’urlo del papero muto è alquanto più sordo di ogni altro di munch-memoria: posto di fronte all’imperativo tassativo della globalità/evoluzione (involuzione?) del partecipare prendere parte testimoniare se stesso, trovare il “suo”posto, venire confermato nella propria essenza/esistenza, forse anche nascondersi, il piacere di spiare senza esser visto (Baudelaire docet!) inviare messaggi e soprattutto ottenere il più alto numero di”LIKE” possibili…..

E’ indubbio: la comunicazione nella modernità é ”altra”: il papero diviene muto e sordo, lontano anonimo alieno da gesti e sguardi, cieco e alla vista celato; sola presente di fronte a lui, una tastiera, e un file. Il desueto interlocutore destinario del mcluhan-messaggio scompare: nessun limite e/o barriera a contenere contenuto e forma. Ogni cosa può esser detta, o fatta.
In nome del popolo fbucchiano l’obiettivo principe è “piacere
Un papero che fantastica senza ragione. La follia era cosa molto più seria una volta. Non ci può essere giudizio, siamo fortunati. 
Oscuria
 

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