martedì 4 settembre 2012

L'acchianata di Santa Rosalia

L'acchianata(1) di S Rosalia per i palermitani è come il viaggio a La Mecca per i mussulmani. Una volta nella vita si deve fare. E costa molto di meno. Anzi non costa nulla. Si rischia solo un po' di male alle gambe ( il giorno dopo) o un infarto (il giorno stesso), contro (se si va alla Mecca) una morte per soffocamento sotto la folla dei fedeli. Insomma. Conviene.
Ma si sa, la fede è un persorso lastricato di ostacoli. Il primo è la sfottuta (2) di amici e parenti: "Ma cu tu fa fari - Ma vacci ca' machina nna santuzza - Accura ca ti veni na botta ri sali.... e via scoraggiando. (3)

All'inizio della acchianata (lato fiera) tutti hanno voglia di scherzare o (i più pii) di recitare il Santo Rosario a voce alta. Alcuni gruppi di azione cattolica addirittura cantano a squarciagola le lodi alla Santa.
Dopo le prime 6 rampe (di 23 che lei ne ha) , l'allegria si trasforma in angoscia, i rosari in nenie, i canti in rantoli. Il resto è silenzio. Si odono solo sinistri aneliti dal profondo di polmoni stremati e, nel buio più nero, silenziosiosi e fluttuanti lampioncini ondeggiano come UFO nel cielo dell'Arizona (guarda il video in basso....con fede e pazienza. Il fenomeno inizia al secondo 11 della clip)....

.........Sorpendente vedere fedeli di ogni età (2 – 70) di ogni quartiere (Zen – Libertà) , di ogni ceto sociale ( Lauria - Ballarò) di ... 2 razze (panormiti – tamil). Tutti insieme accomunati dalla voglia di fede o di avventura. La salita dura troppo e già alla 12^ rampa si comincia a credere di non farcela. Si comincia persino a perdere la Fede .. "cu mu fici fari? "(4)
Quelli che scendono giulivi sono assediati da quelli che salgono sfiduciati che chiedono notizie su quanto manchi alla fine di questa tortura sperando nella buona novella ("coraggio fratelli, siete quasi arrivati") . Ma quelli che scendono, incattiviti dalla fatica fatta, rispondono con cinismo : "ancora siete a niente!" E lo sconforto dilaga.


Qualcuno ricorda che la sofferenza dell'acchianata è così insopportabile e proverbiale che esiste a Palermo una specie di tortura che prende lo stesso nome. Si tratta di premere con il pollice sulla basetta della vittima e poi salire con pressione contropelo: è la tortura della acchianata di Monte Pellegrino. Per dire!
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.Ma torniamo alla cronaca. Alla originaria prima grazia da chiedere alla Santa se ne aggiunge subito una last minute, dettata dall'emergenza: “ti prego santuzza fammi arrivare fino in cima! Un ma firu cchiù" (5)
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E infine le mucche! Che non si vedono, ma si sentono. Sono i campanacci. Pare che sia il segnale che indica che si è quasi arrivati. Ma è la classica leggenda metropolitana. Dopo le mucche, infatti, ci vorranno almeno altri 40 minuti di pura sofferenza! L'arrivo al piazzale del santuario è non proprio spirituale. Una specie di fiera accoglie i pellegrini che, avendo penato per la santa, ora sono tentati di abbandonarsi ai confort: bar, sedie, panini con wurstel, aranciate ghiacciate, birra, zucchero filato, gelati, pane con panelle o con milza, patatine fritte e... comodi taxi per la discesa. Tipo i mercanti del Tempio sterminati da Gesù.
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.E qualcuno si abbandona veramente ai piaceri della carne e del palato; altri cercano di resistere per non perdere lo stato di grazia conquistato con tanta sofferenza. Una visita alla grotta può distrarre e poi c'è ancora da chiedere la grazia alla Santuzza . Dopo si, perchè no? Ci si abbandona a qualche vizio. Panino con le panelle e birra Forst. "Cara Rosalia Sinibaldi (6), non devo mangiare? Non devo bere? Non mi devo sedere? E che sono un santo io?"
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Persa la grazia, ci si può comportare ora da veri palermitani. Si buttano cicche e rifiuti per terra, si urla, si schiamazza, si acquistano gadget inutili e baggiani poi ci si prepara alla sconsiderata rissa per salire sui bus navetta che ti riportano giù. ............................................................................................................................................... ..L'autista grida, sudato, chiedendo calma. C'è da gestire migliaia di (ex) pellegrini i quali, però, incuranti dello stesso autista e dei fratelli, spingono con violenza a cu pigghiu pigghiu (7) pur di salire finalmente sul bus che li riporterà alla base del monte Pellegrino, in città, a vivere la normale vita piena di vizi e peccati, di soprusi e prepotenze.
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.pippo vinci
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.note
(1) salita, arrampicata
(2) lo sfottò, la presa in giro, derisione
(3) ma chi te lo fa fare - ma vacci con la macchian dalla santa - stai accorto che ti viene l'nfarto!

(4) chi me lo ha fatto fare?
(5) ... non ce la faccio più
(6) il nome completo di S Rosalia
(7) di qua e di là, alla cieca


(foto e video di M. Philppson)



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